Osservatorio astronomico

Osservatorio Astronomico Leopoldo Del Re

SAN PIETRO AVELLANA

Adagiato sulle pendici del monte Capraro, a cavallo tra i territori dei comuni di San Pietro Avellana e Capracotta, l’Osservatorio astronomico “Leopoldo del Re” è uno dei luoghi di maggior fascino del territorio.

Intitolato a Leopoldo del Re, illustre astronomo originario di Cantalupo nel Sannio, l’Osservatorio è stato realizzato dalla Provincia di Isernia trasformando una casa cantoniera dismessa sulla Provinciale 83.

La grande cupola argentata che lo contraddistingue si apre per permettere al telescopio Ritchey-Chrétien, 40 cm di diametro, di offrire ai suoi visitatori una visione ravvicinata e spettacolare della volta celeste.

Oltre all’osservazione diretta del cielo, l’Osservatorio offre la possibilità di visitare il Planetario posto al piano terra, nel quale è riprodotta la volta celeste con circa 20.000 stelle.

Leopoldo del Re nasce nel 1804 a Cantalupo nel Sannio da Angelantonio, avvocato del foro napoletano, e Sabina Gaglia. Dopo aver completato gli studi al Real Liceo del Salvatore di Napoli, si iscrive alla Regia Università degli Studi, dove eccelle in fisica e matematica.

Nel 1833 diviene astronomo assistente alla Specola napoletana, fondata nel 1807 da Giuseppe Bonaparte, di cui è direttore ad interim tra il 1836 e il 1839. Inviato dell’Accademia delle Scienze di Napoli, compie un viaggio in Sicilia nel 1842 in compagnia del barone Sartorius von Waltershausen e dell’astronomo Christian Peters per delle osservazioni geodetiche e geologiche.

Nel 1850 è nominato direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, carica che mantiene fino al 1860, anno in cui è posto in pensione da Giuseppe Garibaldi (anche a causa dei sentimenti filo-borbonici ereditati dal padre). Sotto la sua direzione, l’osservatorio partenopeo ottiene notevoli risultati, tra cui la scoperta dell’asteroide Parthenope e la comunicazione relativa alla cometa di Klinkerfues. Muore a Napoli nel dicembre del 1872.

La Luce E I Suoi Percorsi

La volta celeste e i suoi elementi hanno sempre dialogato con l’uomo e influenzato il suo rapporto con la natura e con le attività ad essa connesse.

La luce del cielo notturno, formata dall’insieme delle stelle e della luna, si infonde nella terra per farne crescere i frutti, determina l’uso degli strumenti e degli attrezzi che sono tra le mani degli uomini, si posa sulla via per accompagnarne il cammino e si muove con le genti che nella storia hanno lasciato tracce sul territorio.

E così il racconto del territorio, illuminato dalla luce degli astri, si mostra agli occhi di chi lo attraversa e, come nel cielo notturno, brillano le stelle che compongono la sua costellazione più bella: la comunità di San Pietro Avellana.

Le fasi lunari

La Luna interagisce con il mondo naturale attraverso la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette. Le fasi lunari segnano i periodi in cui è giusto operare o stare a riposo, raccogliere o seminare, stagionare o travasare, creare innesti o provvedere alla potatura. Tutte le attività domestiche, agricole e del bosco sono definite nei tempi della crescenza e della mancanza, quando con la Luna Nuova nel cielo buio brillano migliaia di stelle o quando il bagliore intenso del plenilunio definisce le forme del paesaggio attraverso la luce.

La luna, - disse Nuto, - bisogna crederci per forza. Prova a tagliare a luna piena un pino, te lo mangiano i vermi. Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti, se non si fanno ai primi giorni della luna, non attaccano. Allora gli dissi che nel mondo ne avevo sentite di storie, ma le più grosse erano queste.
“La luna e i falò” Cesare Pavese, 1950

Luna nuova

Luna crescente

Primo Quarto

Gibbosa crescente

Luna piena

Gibbosa Calante

Ultimo quarto

Luna Calante

La Stella del pastore
In assenza della Luna, dall’antichità la Stella Polare è il punto di riferimento nella notte stellata insieme a Venere, pianeta che brilla nel cielo e orienta nel buio. L’astro più luminoso dell’alba e del crepuscolo guidava i pastori per condurre le greggi al sicuro, mentre oggi accompagna lo sguardo nell’orizzonte infinito.

Il calore dal bosco
Siamo circondanti dal bosco, risorsa che garantisce materiale da costruzione e legna per trarre calore in inverno. Nei mesi più freddi, bisogna procedere con il taglio per ricavare un buon legname da ardere e assi solide protette dai parassiti. L’usanza suggerisce di procede nei primi sette giorni della Luna nuova d’Ottobre oppure dopo il solstizio d’inverno in Luna calante.

Tra terra e Luna
Nella tradizione popolare, per facilitare le pratiche agricole bisogna procedere alla semina di ortaggi da frutto, erbe aromatiche e piante da fiore durante la crescenza. Sempre in questo periodo lunare si può raccogliere la frutta, fare gli innesti, impiantare specie arboree o scavare pozzi per conservare acqua pulita.

Rifà la Luna: andiamo a tartufi!
L’usanza di affidarsi alla Luna come orologio dei raccolti è diventata abitudine anche nella ricerca del tartufo. Il calendario lunare suggerisce al tartufaio quando è il tempo propizio per la cavatura dei trifolati. In particolare, nella fase crescente prima della Luna piena, l’influsso lunare favorisce un raccolto abbondate di tartufo bianco.

Diana, dea italica, e il Plenilunio
Nel mito, Diana, appena nata, aiutò la madre a far nascere suo fratello Apollo. Come protettrice dei parti, le fu affidato anche il compito di portare la luce attraverso la Luna. Dalla mitologia, l’immaginario popolare deriva la personificazione femminile e l’idea che il ciclo della vita, a partire dal parto, sia legato alle fasi lunari e alla Luna piena.

Il chiaro di Luna
Il chiaro di Luna non è amato dai pesci di acqua dolce che si nascondono per non essere predati. In fase calante, invece, i pesci si nutrono anche di notte divenendo inerti di giorno e per questo si pescano più facilmente. Con la mancanza di Marzo è opportuno poi predisporre il legno per ponti, barche e zattere affinché non marcisca e sia duraturo.

La Luna in Cantina
Il metodo di scandire il tempo del fare e del riposare secondo le fasi lunari diventa calendario anche per le operazioni di cantina. Dalla vendemmia ai travasi, fino all’imbottigliamento dei prodotti dell’orto o del frutteto bisogna operare durante la mancanza. In questo modo, secondo la credenza diffusa, si evitano alterazioni dei preparati.

La Luna e la terra
Nel calendario lunare contadino questo è il tempo migliore per potare viti e alberi, tagliare vimini e salici per realizzare canestri, fare gli innesti, lavorare il legname per renderlo robusto, seminare ortaggi da radice, da foglia o vegetali che crescono sotto terra, raccogliere la frutta destinata a conservarsi a lungo o da destinare alle conserve.

Le Costellazioni

Come gli astri illuminano il paesaggio di notte mettendo in risalto ciò che di giorno sfugge all’occhio distratto, così il racconto del territorio di San Pietro Avellana, dalla storia ai prodotti tipici, si sviluppa in luoghi reali e virtuali che, uniti l’uno all’altra con una linea immaginaria, formano il Sistema Museale.

MAM – Archeologia

La sezione archeologica del MAM espone i corredi di cinque sepolture appartenenti ad una necropoli rinvenuta nel territorio di San Pietro Avellana e databile tra il VIII e il VI sec. a.C. Nel Museo sono esposti resti ossei, armi in ferro, rasoi in bronzo, vasellame in terracotta, fibule, ornamenti e preziosi gioielli in pasta vitrea e ambra. Un viaggio affascinante nella vita di una comunità dell’Età del Ferro ricostruita a partire dagli oggetti che rappresentavano lo status simbols dei suoi personaggi più eminenti.
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MAM – Civiltà e Costume

Luogo della memoria della comunità di San Pietro Avellana, qui sono raccolti ed esposti oggetti legati alla quotidianità della vita contadina, strumenti, arredi e abiti donati dai sampietresi per mantenere viva la memoria storica del paese, tra usi e costumi tradizionali, artigianato locale, pratiche e mestieri che riflettono il rapporto con il territorio e le sue preziose risorse naturali.
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MAM – “Autunno 43”

“Autunno 43” è un percorso nel quale, attraverso filmati rari e foto d’epoca, documenti e reperti, si ricostruiscono le drammatiche vicende che portarono, nel novembre del 1943, alla distruzione completa del paese, ripercorrendone i momenti più drammatici, dalle prime fasi dell’occupazione nazista alla liberazione ad opera delle truppe alleate.
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Museo del Tartufo

Il tartufo è il frutto per eccellenza del territorio di San Pietro Avellana. Attorno alla sua raccolta e alla sua trasformazione si è formato un patrimonio di saperi e di conoscenze ambientali, gastronomiche e culturali che è ben rappresentato nel Museo del Tartufo. Un percorso multisensoriale animato da odori, dalla possibilità di toccare, osservare e conoscere come assaporare il re dei boschi, anche attraverso la condivisione di ricette da portare a casa.
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Riserva MAB "Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise"

La Riserva MAB "Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise" è una delle 20 Riserve della Biosfera italiane del MAB, programma scientifico intergovernativo dell’UNESCO per promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente. Nell’area protetta, compresa nei territori dei Comuni di Carovilli, Chiauci, Pescolanciano, Pietrabbondante, Roccasicura, San Pietro Avellana e Vastogirardi, è possibile svolgere trekking con guide GAE e attività didattiche, visitare musei e aree archeologiche, partecipare ad eventi e tradizioni con le comunità.
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MAM Museo dell’Alto Molise

Il Museo dell’Alto Molise è il museo civico di San Pietro Avellana, diviso in tre sezioni: Archeologia, Civiltà e Costume, Autunno ‘43. Il MAM sorge sui resti dell’antico monastero benedettino risalente all’XI secolo di cui restano visibili alcuni elementi murari nella sezione archeologica.
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